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casadirita

Un racconto breve che parla di VOI

Aggiornamento: 22 giu 2020


Abbiamo chiesto ai nostri sposi di scriverci in poche righe cos'è che li ha convinti a scegliere noi per il loro giorno speciale. Tra le tante parole bellissime e davvero emozionanti, e mimetizzata tra la posta della giornata, troviamo una mail scritta da Giulia, una delle nostre future spose. Alla terza riga capiamo che non è soltanto un pensiero per noi: ma un racconto preciso e coinvolgente di uno stato d'animo in cui molti di voi, futuri sposi e non, probabilmente si ritroveranno. Questo racconto breve ci ha fatto venire i brividi... Brava Giulia, e grazie!



Inizio


Settembre 2019. Graziano ed io siamo scesi a Roma da Milano per vedere 5 location trovate spulciando un milione e mezzo di siti e blog vari.


È sabato mattina, appena scesi dall'auto percorriamo qualche metro sul vialetto in ghiaia e un ragazzo sorridente ci viene incontro stringendoci le mani con grande entusiasmo. Lorenzo. Fa caldo, ha già fatto altri due appuntamenti quel giorno ma ci fa sentire come se chiacchierare con noi sia un vero, grande piacere di cui non vuole perdersi neanche un istante.


Passeggiamo a lungo nella tenuta immaginando i nostri invitati percorrere i sentieri e vivere gli spazi che Lorenzo ci sta presentando. Lui anticipa ogni nostra domanda, prima ancora che potessimo pensarla. Ci rassicura su ogni punto, asseconda i nostri desideri e comprende le nostre esigenze.


È la prima location che vediamo e non ci aspettavamo di sentirci così a nostro agio. Mi ero fatta una lunga lista di punti da considerare, pensavo che sarei dovuta scendere a compromessi invece ogni cosa sembra possibile, l'organizzazione impeccabile e le mie richieste trovano sempre riscontro positivo. Mi sento alleggerita da un enorme carico di pensieri.


Questo posto lo sento mio, è come se tutte le scene che ho sempre immaginato finalmente avessero trovato un contesto. Come vedere realizzata la scenografia di uno spettacolo che abbiamo scritto noi.


E mentre osserviamo l'anfiteatro, Graziano mi guarda e io so esattamente cosa sta pensando.


Risaliamo in auto, avvolti in un silenzio che dice più di mille parole. Un silenzio che ci dà tempo di assorbire tutte le informazioni e di salvare per sempre nei nostri ricordi le emozioni che abbiamo provato.


Percorriamo qualche metro, nessuno dei due dice nulla. Non siamo ancora pronti.


Arrivati in fondo al sentiero, prima di sbucare sulla strada principale, Graziano si volta, mi accarezza la guancia e mi dice - "Allora? " - Mi prendo ancora qualche secondo per trovare le parole ma mi viene solo un - "Eh" - carico di pathos. Graziano ridacchia e dice - "è qui che voglio sposarti". Rido, felice. - "Lo sapevo! ".


Fine

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